martedì 17 novembre 2009
Sviluppo turistico, sostenibilità ambientale ed equità sociale
Senigallia è città a vocazione turistica. Il turismo è la sua attività economica prevalente. Ogni attività economica prevalente tende a segnare, nel bene e nel male, la città e il territorio che la ospita: l’industria dell’auto per Torino, l’industria chimica per Marghera… Tra le tante possibili vocazioni industriali ed economiche il turismo è certamente una delle più sostenibili. Una città turistica per essere tale deve infatti essere bella, accogliente, ordinata, rispettosa della natura e dell’ambiente ma anche allegra, vivace, culturalmente animata, ricca di servizi. Questo significa che tutto ciò che rende più appetibile un territorio per il turista rende anche migliore la qualità della vita per i suoi abitanti. Non è cosa di poco conto e da questa considerazione bisogna partire per pensare alle prospettive di sviluppo del turismo senigalliese.
Proprio ieri mattina ho incontrato, nella mia veste di candidato a Sindaco nelle primarie della coalizione di centro sinistra, l’Associazione Alberghi e Turismo di Senigallia. Il nutrito gruppo di albergatori che ha accolto in maniera estremamente cortese e disponibile il mio invito ad un incontro, alla presenza dei Presidenti Rosi e Manfredi, si è dimostrato molto attento e sensibile alle tematiche ambientali. Forte è la consapevolezza degli albergatori senigalliesi che la tutela dei valori ambientali e paesaggistici, del mare, delle spiagge, delle colline, dei fiumi, il privilegiare la mobilità dolce, pedonale e ciclabile, unitamente ad un’adeguata offerta di trasporto pubblico, la valorizzazione del patrimonio storico ed architettonico della città sono elementi essenziali per la qualificazione dell’offerta turistica senigalliese. Forte è anche l’esigenza, che non può che essere condivisa, che alle grandi realizzazioni si affianchi un lavoro quotidiano per la manutenzione, la cura, la pulizia degli spazi cittadini. Questo a cominciare dai lungomari, che necessitano, sia a levante che a ponente (da Cesanella a Cesano), di un’importante opera di riqualificazione. Se gli anni 2000-2005 hanno visto l’impegno dell’amministrazione cittadina concentrarsi prioritariamente nella riqualificazione del centro storico, a partire dal prossimo mandato amministrativo è possibile e necessario mettere mano con decisione alla riqualificazione progressiva dei lungomari avendo riguardo ai temi forti della pedonalizzazione, dell’estensione delle piste ciclabilili (l’obiettivo di qualità è quello di una pista ciclabile che vada da Marzocca a Cesano), del verde, della rinaturalizzazione di tratti di spiaggia secondo la logica introdotta dalla Variante di costa, della qualità di marciapiedi e manto stradale.
Molto è stato fatto in questi anni e le imprese turistiche hanno potuto beneficiare del fatto che la città si è fatta complessivamente più bella, vivibile, animata. Ma molto resta ancora da fare perché la vocazione turistica della città possa dirsi completa. L’obiettivo non può che essere quello del prolungamento della stagione turistica oltre l’angusto limite dei tre mesi estivi, per arrivare, in prospettiva, ad una offerta turistica articolata capace di attrarre visitatori per 12 mesi l’anno. La proposta che facciamo guarda al cosiddetto “turismo esperienziale” e cioè il turismo praticato dai tanti che più che alla vacanza pensano al viaggio, più che al riposo pensano a vivere delle esperienze, a fare delle scoperte, a conoscere. Esperienze di tipo culturale, sportivo, religioso, sociale, esperienze legate alla scoperta dei sapori tipici del territorio, delle bellezze della natura e del paesaggio. Se è vero che il turismo balneare continuerà a rappresentare il core business delle nostre imprese turistiche, e va dunque rafforzato e sostenuto, riuscire ad intercettare nuovi segmenti della domanda turistica è obiettivo strategico per:
• aumentare la redditività delle imprese turistiche oggi fortemente erosa;
• sviluppare un indotto che, per tutto l’anno, porti occasioni di lavoro e di crescita a tutto il territorio;
• creare occasioni di lavoro di qualità, perché non limitate a contratti a tempo determinato e perché un turismo di questo tipo richiede figure professionali altamente qualificate per l’analisi delle tendenze, la progettazione e promozione di pacchetti mirati, l’erogazione di nuovi servizi (penso, naturalmente, ad occasioni di lavoro per i tanti giovani che si sono formati in questo ambito, anche con percorsi di livello universitario).
In questo contesto deve trovare spazio privilegiato il turismo sociale e cioè quel turismo che si rivolge ai disabili, o comunque alle persone in condizione di svantaggio, e alle loro famiglie con una proposta di ospitalità adeguata alle loro esigenze, espressione di una cultura della accoglienza che rifiuta ogni forma di emarginazione del diverso e del più debole. Credo che gli albergatori senigalliesi siano disponibili e pronti ad impegnarsi anche in questa direzione. Ma non basta. Nel nostro territorio c’è certamente spazio per sviluppare progetti di turismo sociale finalizzati non solo alla accoglienza di persone svantaggiate ma alla creazione di occasioni di lavoro per le fasce più deboli della popolazione. In Italia esistono già bellissime esperienze in questo senso, per esempio nel settore del disagio psichico, e credo che Senigallia abbia la cultura, la sensibilità e le capacità per implementare un’offerta di questo tipo. La prossima amministrazione comunale dovrà spendersi in questa direzione stimolando e sorreggendo la capacità di elaborazione progettuale di associazioni di volontariato e privato sociale.
Una riflessione conclusiva: sono ormai molti anni che si parla della necessità di sviluppare un’offerta turistica articolata sui 12 mesi dell’anno ma si è ancora molto lontani dal raggiungimento di questo obiettivo. Fondamentale è a tal fine rafforzare la collaborazione con i comuni delle Valli del Misa e del Nevola e con le associazioni di categoria per sviluppare una progettualità davvero condivisa nella quale ognuno faccia la propria parte e pubblico e privato operino in piena sinergia nell’interesse di tutto il territorio.
Proprio ieri mattina ho incontrato, nella mia veste di candidato a Sindaco nelle primarie della coalizione di centro sinistra, l’Associazione Alberghi e Turismo di Senigallia. Il nutrito gruppo di albergatori che ha accolto in maniera estremamente cortese e disponibile il mio invito ad un incontro, alla presenza dei Presidenti Rosi e Manfredi, si è dimostrato molto attento e sensibile alle tematiche ambientali. Forte è la consapevolezza degli albergatori senigalliesi che la tutela dei valori ambientali e paesaggistici, del mare, delle spiagge, delle colline, dei fiumi, il privilegiare la mobilità dolce, pedonale e ciclabile, unitamente ad un’adeguata offerta di trasporto pubblico, la valorizzazione del patrimonio storico ed architettonico della città sono elementi essenziali per la qualificazione dell’offerta turistica senigalliese. Forte è anche l’esigenza, che non può che essere condivisa, che alle grandi realizzazioni si affianchi un lavoro quotidiano per la manutenzione, la cura, la pulizia degli spazi cittadini. Questo a cominciare dai lungomari, che necessitano, sia a levante che a ponente (da Cesanella a Cesano), di un’importante opera di riqualificazione. Se gli anni 2000-2005 hanno visto l’impegno dell’amministrazione cittadina concentrarsi prioritariamente nella riqualificazione del centro storico, a partire dal prossimo mandato amministrativo è possibile e necessario mettere mano con decisione alla riqualificazione progressiva dei lungomari avendo riguardo ai temi forti della pedonalizzazione, dell’estensione delle piste ciclabilili (l’obiettivo di qualità è quello di una pista ciclabile che vada da Marzocca a Cesano), del verde, della rinaturalizzazione di tratti di spiaggia secondo la logica introdotta dalla Variante di costa, della qualità di marciapiedi e manto stradale.
Molto è stato fatto in questi anni e le imprese turistiche hanno potuto beneficiare del fatto che la città si è fatta complessivamente più bella, vivibile, animata. Ma molto resta ancora da fare perché la vocazione turistica della città possa dirsi completa. L’obiettivo non può che essere quello del prolungamento della stagione turistica oltre l’angusto limite dei tre mesi estivi, per arrivare, in prospettiva, ad una offerta turistica articolata capace di attrarre visitatori per 12 mesi l’anno. La proposta che facciamo guarda al cosiddetto “turismo esperienziale” e cioè il turismo praticato dai tanti che più che alla vacanza pensano al viaggio, più che al riposo pensano a vivere delle esperienze, a fare delle scoperte, a conoscere. Esperienze di tipo culturale, sportivo, religioso, sociale, esperienze legate alla scoperta dei sapori tipici del territorio, delle bellezze della natura e del paesaggio. Se è vero che il turismo balneare continuerà a rappresentare il core business delle nostre imprese turistiche, e va dunque rafforzato e sostenuto, riuscire ad intercettare nuovi segmenti della domanda turistica è obiettivo strategico per:
• aumentare la redditività delle imprese turistiche oggi fortemente erosa;
• sviluppare un indotto che, per tutto l’anno, porti occasioni di lavoro e di crescita a tutto il territorio;
• creare occasioni di lavoro di qualità, perché non limitate a contratti a tempo determinato e perché un turismo di questo tipo richiede figure professionali altamente qualificate per l’analisi delle tendenze, la progettazione e promozione di pacchetti mirati, l’erogazione di nuovi servizi (penso, naturalmente, ad occasioni di lavoro per i tanti giovani che si sono formati in questo ambito, anche con percorsi di livello universitario).
In questo contesto deve trovare spazio privilegiato il turismo sociale e cioè quel turismo che si rivolge ai disabili, o comunque alle persone in condizione di svantaggio, e alle loro famiglie con una proposta di ospitalità adeguata alle loro esigenze, espressione di una cultura della accoglienza che rifiuta ogni forma di emarginazione del diverso e del più debole. Credo che gli albergatori senigalliesi siano disponibili e pronti ad impegnarsi anche in questa direzione. Ma non basta. Nel nostro territorio c’è certamente spazio per sviluppare progetti di turismo sociale finalizzati non solo alla accoglienza di persone svantaggiate ma alla creazione di occasioni di lavoro per le fasce più deboli della popolazione. In Italia esistono già bellissime esperienze in questo senso, per esempio nel settore del disagio psichico, e credo che Senigallia abbia la cultura, la sensibilità e le capacità per implementare un’offerta di questo tipo. La prossima amministrazione comunale dovrà spendersi in questa direzione stimolando e sorreggendo la capacità di elaborazione progettuale di associazioni di volontariato e privato sociale.
Una riflessione conclusiva: sono ormai molti anni che si parla della necessità di sviluppare un’offerta turistica articolata sui 12 mesi dell’anno ma si è ancora molto lontani dal raggiungimento di questo obiettivo. Fondamentale è a tal fine rafforzare la collaborazione con i comuni delle Valli del Misa e del Nevola e con le associazioni di categoria per sviluppare una progettualità davvero condivisa nella quale ognuno faccia la propria parte e pubblico e privato operino in piena sinergia nell’interesse di tutto il territorio.
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