giovedì 12 novembre 2009
Lavoro e crisi economica: spazi di azione per la prossima amministrazione comunale
La crisi economica che si è abbattuta su mezzo pianeta è in via di risoluzione o è un problema con cui dovremo fare i conti ancora per molti mesi e forse per anni? Politici e tecnici non lesinano le loro valutazioni e previsioni sull’argomento. Difficile per i cittadini orientarsi e farsi un’idea precisa, sia per la complessità dell’argomento, sia per la diversità delle posizioni espresse che tradiscono spesso un approccio ideologico e strumentale. Di fronte ad un tema che impatta così duramente sulla vita di tante famiglie colpite direttamente dalla coda più velenosa di ogni crisi economica, vale a dire la perdita di posti di lavoro, è sicuramente necessaria una valutazione serena ed obiettiva della situazione in atto e delle sue possibili evoluzioni. E’ sulla base di questa valutazione che debbono essere approntati gli strumenti più idonei per sostenere quegli spiragli di ripresa che sembra di intravvedere e per alleviare la situazione di difficoltà in cui tanti cittadini si sono venuti a trovare. E’ chiaro che si tratta di un problema di portata globale che deve essere affrontato e risolto a livello nazionale e sovranazionale ma anche a livello di amministrazioni locali è possibile e necessario mettere in campo azioni significative.
La scelta della attuale amministrazione cittadina di non tagliare le risorse destinate alle politiche sociali, nonostante la contrazione dei trasferimenti statali e la decisione demagogica e dissennata del governo Berlusconi di abolire l’Ici sulla prima casa, va sicuramente in questa direzione. L’istituzione poi, in sede di bilancio di previsione 2009, di un fondo di solidarietà, per l’importo di € 150.000, da destinare ad interventi a sostegno dei cittadini che, a causa della crisi economica, hanno perso il posto di lavoro, rappresenta un segnale molto positivo ed importante con cui l’amministrazione comunale, in rappresentanza della città tutta, ha voluto far sentire la propria presenza e la propria vicinanza alle famiglie che vivono una drammatica situazione di difficoltà. A questa positiva esperienza sarà necessario dare continuità nel prossimo mandato amministrativo, rafforzandola sul piano delle risorse impegnate e ricalibrandola dal punto di vista progettuale.
La perdita del posto di lavoro è un evento devastante nella vita delle persone: vengono infatti meno non solo le risorse economiche necessarie per condurre una vita dignitosa ma la stessa identità sociale dell’individuo che, nella nostra società, è strettamente collegata al ruolo lavorativo ricoperto. Ma quale è la situazione nel nostro territorio? L’analisi dei dati sull’andamento del mercato del lavoro locale evidenzia come, a partire dall’autunno del 2008, si siano perduti molti posti di lavoro: le sole iscrizioni in lista di mobilità sono passate, nel territorio di competenza del Centro per l’Impiego di Senigallia, dalle 332 del 2007 alle 436 del 2008 e, ad ottobre 2009 si è già arrivati a 671 iscrizioni. A fronte dunque di una crisi che se pure sul fronte finanziario ha superato la fase più critica, sta ancora producendo effetti drammatici sul fronte occupazionale, è indispensabile affermare l’impegno del prossimo governo cittadino ad un monitoraggio attento della situazione, alla mobilitazione di risorse adeguate, alla realizzazione di interventi specifici. Fondamentale sarà, per affrontare un problema così complesso, che Senigallia eserciti con convinzione, fino in fondo e con grande senso di responsabilità il suo ruolo di comune capofila. In ambito economico infatti è indispensabile muoversi a livello sovra comunale, coinvolgendo tutti i comuni delle Valli del Misa e del Nevola. Fondamentale anche coinvolgere sia nell’analisi che nella progettazione degli interventi associazioni sindacali e datoriali ed associazioni di volontariato. Sarà importante affiancare alle tradizionali politiche passive (sostegno al reddito delle fasce più deboli della popolazione) nuove politiche attive con l’obiettivo di favorire il reinserimento nel mondo del lavoro di chi ne è stato espulso e il primo inserimento dei giovani che faticano a farvi ingresso (se non nelle forme di un eterno precariato). Fra queste assumono particolare rilievo le politiche formative vale a dire la predisposizione di corsi di formazione, finalizzati alla qualificazione dei giovani e alla riqualificazione di chi ha perso il proprio posto di lavoro, capaci di migliorare realmente le prospettive occupazionali di chi li frequenta. L’amministrazione comunale non ha competenze dirette in materia; queste appartengono infatti a Regione e Provincia. E’ tuttavia necessario che la prossima amministrazione comunale sia in grado di giocare un ruolo attivo, attraverso un dialogo stringente con gli enti sovraordinati, affinchè le considerevoli risorse destinate dal Fondo Sociale Europeo al finanziamento delle attività formative siano indirizzate alla attivazione di percorsi formativi rispondenti ai fabbisogni del territorio e dunque in grado di garantire a chi li frequenta nuove opportunità di lavoro e, alle imprese, risorse umane in possesso delle competenze strategicamente necessarie a sostenerne l’innovazione.
L’individuazione dei fabbisogni formativi di un territorio è attività estremamente complessa che potrà essere svolta solo con il coinvolgimento fattivo di associazioni sindacali e datoriali.
La scelta della attuale amministrazione cittadina di non tagliare le risorse destinate alle politiche sociali, nonostante la contrazione dei trasferimenti statali e la decisione demagogica e dissennata del governo Berlusconi di abolire l’Ici sulla prima casa, va sicuramente in questa direzione. L’istituzione poi, in sede di bilancio di previsione 2009, di un fondo di solidarietà, per l’importo di € 150.000, da destinare ad interventi a sostegno dei cittadini che, a causa della crisi economica, hanno perso il posto di lavoro, rappresenta un segnale molto positivo ed importante con cui l’amministrazione comunale, in rappresentanza della città tutta, ha voluto far sentire la propria presenza e la propria vicinanza alle famiglie che vivono una drammatica situazione di difficoltà. A questa positiva esperienza sarà necessario dare continuità nel prossimo mandato amministrativo, rafforzandola sul piano delle risorse impegnate e ricalibrandola dal punto di vista progettuale.
La perdita del posto di lavoro è un evento devastante nella vita delle persone: vengono infatti meno non solo le risorse economiche necessarie per condurre una vita dignitosa ma la stessa identità sociale dell’individuo che, nella nostra società, è strettamente collegata al ruolo lavorativo ricoperto. Ma quale è la situazione nel nostro territorio? L’analisi dei dati sull’andamento del mercato del lavoro locale evidenzia come, a partire dall’autunno del 2008, si siano perduti molti posti di lavoro: le sole iscrizioni in lista di mobilità sono passate, nel territorio di competenza del Centro per l’Impiego di Senigallia, dalle 332 del 2007 alle 436 del 2008 e, ad ottobre 2009 si è già arrivati a 671 iscrizioni. A fronte dunque di una crisi che se pure sul fronte finanziario ha superato la fase più critica, sta ancora producendo effetti drammatici sul fronte occupazionale, è indispensabile affermare l’impegno del prossimo governo cittadino ad un monitoraggio attento della situazione, alla mobilitazione di risorse adeguate, alla realizzazione di interventi specifici. Fondamentale sarà, per affrontare un problema così complesso, che Senigallia eserciti con convinzione, fino in fondo e con grande senso di responsabilità il suo ruolo di comune capofila. In ambito economico infatti è indispensabile muoversi a livello sovra comunale, coinvolgendo tutti i comuni delle Valli del Misa e del Nevola. Fondamentale anche coinvolgere sia nell’analisi che nella progettazione degli interventi associazioni sindacali e datoriali ed associazioni di volontariato. Sarà importante affiancare alle tradizionali politiche passive (sostegno al reddito delle fasce più deboli della popolazione) nuove politiche attive con l’obiettivo di favorire il reinserimento nel mondo del lavoro di chi ne è stato espulso e il primo inserimento dei giovani che faticano a farvi ingresso (se non nelle forme di un eterno precariato). Fra queste assumono particolare rilievo le politiche formative vale a dire la predisposizione di corsi di formazione, finalizzati alla qualificazione dei giovani e alla riqualificazione di chi ha perso il proprio posto di lavoro, capaci di migliorare realmente le prospettive occupazionali di chi li frequenta. L’amministrazione comunale non ha competenze dirette in materia; queste appartengono infatti a Regione e Provincia. E’ tuttavia necessario che la prossima amministrazione comunale sia in grado di giocare un ruolo attivo, attraverso un dialogo stringente con gli enti sovraordinati, affinchè le considerevoli risorse destinate dal Fondo Sociale Europeo al finanziamento delle attività formative siano indirizzate alla attivazione di percorsi formativi rispondenti ai fabbisogni del territorio e dunque in grado di garantire a chi li frequenta nuove opportunità di lavoro e, alle imprese, risorse umane in possesso delle competenze strategicamente necessarie a sostenerne l’innovazione.
L’individuazione dei fabbisogni formativi di un territorio è attività estremamente complessa che potrà essere svolta solo con il coinvolgimento fattivo di associazioni sindacali e datoriali.
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