Visualizzazione post con etichetta Programma. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Programma. Mostra tutti i post

lunedì 14 dicembre 2009

Parliamo di programma!

Il voto è un diritto prezioso di cui bisogna avere rispetto. Non solo quando si utilizza per accordare una preferenza, ma anche quando lo si chiede sulla fiducia. La campagna elettorale è quindi un periodo di tempo altrettanto prezioso per spiegare ai cittadini quale progetto può essere realizzato se ottiene la fiducia degli elettori. Ognuno sviluppa la propria campagna elettorale come meglio crede. Il gruppo che mi sostiene è nato con l'idea di sviluppare un progetto "per" e non un progetto "contro". Crediamo che le critche, quando non sono costruttive e propositive, finiscano per sfociare in sterili polemiche e servire a poco; preferiamo quindi incentrarci sui contenuti, spiegando quale sia il programma che abbiamo in mente per migliorare la Città e la vita dei cittadini.
Per questo motivo venerdì 18 alle ore 17 presso la Sala del Trono a Palazzo del Duca, terremo la prima Conferenza Programmatica per approfondire e condividere alcuni punti del programma a cui teniamo molto. Abbiamo lavorato con impegno perchè si tratta di temi in cui crediamo fortemente e che vorremmo sviluppare con la partecipazione di tutta la cittadinanza.
La locandina qua sotto illustra gli argomenti e i relatori della conferenza.
Vi aspettiamo!

mercoledì 18 novembre 2009

Bilancio Partecipativo, uno strumento straordinario di democrazia diretta, una proposta forte per il futuro governo della città

Viviamo in un tempo che vede i più ritirarsi in una dimensione privata: il lavoro, le piccole e grandi preoccupazioni quotidiane, la cura della casa, i figli da crescere, i soldi che non bastano mai… Questo ripiegarsi nel proprio particolare, nella cura degli interessi individuali sembra non lasciare né tempo, né energia, né voglia per occuparsi degli interessi della comunità in cui si vive, per portare il proprio contributo di idee e di proposte per la ricerca del bene comune.
Questo naturalmente non vale per tutti e generalizzare è sempre sbagliato. Esistono, anche nella nostra città, tante meravigliose realtà che vedono cittadine e cittadini senigalliesi impegnarsi per il benessere di tutti. Il mondo del volontariato, così ricco ed articolato, rappresenta proprio questo. E’ lo sforzo per uscire dal proprio particolare per chiedersi: “cosa posso fare per la mia città, per i suoi cittadini più deboli, per dare un mio piccolo contributo al benessere di tutti?”. E’ tuttavia vero che la crisi della politica si è tradotta anche in una generale disaffezione verso l’impegno, la partecipazione attiva, il confronto sui problemi comuni alla ricerca di soluzioni condivise.
Recuperare su questo terreno è fondamentale, anche nella nostra città, per non lasciare la politica ai politicanti, per una maggiore coesione sociale fondata su un forte sentimento di appartenenza alla propria comunità, perché infine, la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini nelle grandi e piccole scelte che riguardano la vita di tutti è fondamentale per creare una visione davvero condivisa della città che vogliamo, che consideriamo desiderabile, in cui ci riconosciamo. Una amministrazione cittadina fallisce miseramente il suo compito se, pur a fronte di realizzazioni importanti, non essendo riuscita a coinvolgere tutta la città nelle grandi scelte, queste non vengono percepite come patrimonio di tutti, come motivo di orgoglio per la città intera, ma anzi divengono occasione per lacerazioni e sterili contrapposizioni.
Credo che il prossimo mandato amministrativo dovrà inaugurarsi sotto il segno di un nuovo patto fondativo con la città intera. Un patto che rinnovi l’impegno a porre in maniera sistematica, senza eccezioni di sorta, il metodo della partecipazione democratica alla base dell’azione di governo.
In questa direzione, per sorreggere questa prospettiva, propongo l’adozione del Bilancio Partecipativo che rappresenta una forma di democrazia diretta volta a promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita della propria città. Di Bilancio Partecipativo si parla parecchio e sono molte le amministrazioni che lo hanno adottato. Le esperienze che vediamo fiorire intorno a noi rappresentano però spesso una forma “annacquata” di Bilancio Partecipativo. Se infatti non vengono messe a disposizione dei cittadini quote percentuali del bilancio o comunque non vengono individuati meccanismi atti a garantire l’effettivo recepimento delle proposte dei cittadini nei documenti di bilancio, il Bilancio Partecipativo diventa una semplice consultazione, forse non inutile, ma molto poco incisiva, se non un’operazione di mero marketing. E’ insomma necessario che sulla base di risorse esattamente quantificate, i cittadini possano, individuati i bisogni emergenti e definite le priorità, effettuare le loro scelte e dunque la loro proposta di bilancio.
Il Bilancio Partecipativo cui penso è quello che ha visto nell’esperienza di Porto Alegre (Brasile) la sua più celebre realizzazione. A partire dal 1989, la locale amministrazione cittadina ha riservato una quota percentuale del bilancio comunale (si è partiti con un 10% fino ad arrivare al 25%) alla realizzazione delle proposte avanzate dai cittadini e raccolte e sistematizzate in un percorso molto articolato fatto di incontri su base territoriale (quartieri) e tematica (coinvolgimento degli stakeholders)). Ciò ha consentito di centrare l’obiettivo posto in premessa: la partecipazione attiva della città allo sviluppo e alla elaborazione delle politiche comunali. In questa forma penso che il Bilancio Partecipativo sia uno strumento straordinario di promozione della cittadinanza attiva e del senso di responsabilità che nasce dalla consapevolezza che la disponibilità di risorse economiche necessariamente limitate impone di scegliere cosa si può fare subito, perché prioritario, e cosa si può rimandare ad un momento successivo. Più vicino a noi, l’esperienza avviata, già dagli anni ’90, dal Comune di Grottammare può rappresentare un utilissima occasione di confronto e collaborazione per la costruzione di un processo certamente complesso e tutto da inventare insieme. In questo senso la partecipazione deve iniziare dalla progettazione di percorsi, strumenti e metodi per la costruzione di un modello senigalliese di bilancio partecipativo: non esistono infatti modelli esportabili tout court senza tenere conto delle specificità locali.
Un ‘ultima proposta per una riflessione da fare insieme: si potrebbe pensare di partire da subito con una forma sperimentale da applicare, in un primo momento, al settore sociale dove esistono già esperienze consolidate di partecipazione, sensibilità diffuse, associazioni di volontariato già fortemente predisposte a questo approccio, la risorsa straordinaria, anche in questa prospettiva, della cooperazione sociale. Progressivamente l’esperienza potrebbe essere estesa ad altri ambiti fino a diventare metodo sistematico di governo della città e di costruzione delle politiche municipali.

martedì 17 novembre 2009

Sviluppo turistico, sostenibilità ambientale ed equità sociale

Senigallia è città a vocazione turistica. Il turismo è la sua attività economica prevalente. Ogni attività economica prevalente tende a segnare, nel bene e nel male, la città e il territorio che la ospita: l’industria dell’auto per Torino, l’industria chimica per Marghera… Tra le tante possibili vocazioni industriali ed economiche il turismo è certamente una delle più sostenibili. Una città turistica per essere tale deve infatti essere bella, accogliente, ordinata, rispettosa della natura e dell’ambiente ma anche allegra, vivace, culturalmente animata, ricca di servizi. Questo significa che tutto ciò che rende più appetibile un territorio per il turista rende anche migliore la qualità della vita per i suoi abitanti. Non è cosa di poco conto e da questa considerazione bisogna partire per pensare alle prospettive di sviluppo del turismo senigalliese.
Proprio ieri mattina ho incontrato, nella mia veste di candidato a Sindaco nelle primarie della coalizione di centro sinistra, l’Associazione Alberghi e Turismo di Senigallia. Il nutrito gruppo di albergatori che ha accolto in maniera estremamente cortese e disponibile il mio invito ad un incontro, alla presenza dei Presidenti Rosi e Manfredi, si è dimostrato molto attento e sensibile alle tematiche ambientali. Forte è la consapevolezza degli albergatori senigalliesi che la tutela dei valori ambientali e paesaggistici, del mare, delle spiagge, delle colline, dei fiumi, il privilegiare la mobilità dolce, pedonale e ciclabile, unitamente ad un’adeguata offerta di trasporto pubblico, la valorizzazione del patrimonio storico ed architettonico della città sono elementi essenziali per la qualificazione dell’offerta turistica senigalliese. Forte è anche l’esigenza, che non può che essere condivisa, che alle grandi realizzazioni si affianchi un lavoro quotidiano per la manutenzione, la cura, la pulizia degli spazi cittadini. Questo a cominciare dai lungomari, che necessitano, sia a levante che a ponente (da Cesanella a Cesano), di un’importante opera di riqualificazione. Se gli anni 2000-2005 hanno visto l’impegno dell’amministrazione cittadina concentrarsi prioritariamente nella riqualificazione del centro storico, a partire dal prossimo mandato amministrativo è possibile e necessario mettere mano con decisione alla riqualificazione progressiva dei lungomari avendo riguardo ai temi forti della pedonalizzazione, dell’estensione delle piste ciclabilili (l’obiettivo di qualità è quello di una pista ciclabile che vada da Marzocca a Cesano), del verde, della rinaturalizzazione di tratti di spiaggia secondo la logica introdotta dalla Variante di costa, della qualità di marciapiedi e manto stradale.
Molto è stato fatto in questi anni e le imprese turistiche hanno potuto beneficiare del fatto che la città si è fatta complessivamente più bella, vivibile, animata. Ma molto resta ancora da fare perché la vocazione turistica della città possa dirsi completa. L’obiettivo non può che essere quello del prolungamento della stagione turistica oltre l’angusto limite dei tre mesi estivi, per arrivare, in prospettiva, ad una offerta turistica articolata capace di attrarre visitatori per 12 mesi l’anno. La proposta che facciamo guarda al cosiddetto “turismo esperienziale” e cioè il turismo praticato dai tanti che più che alla vacanza pensano al viaggio, più che al riposo pensano a vivere delle esperienze, a fare delle scoperte, a conoscere. Esperienze di tipo culturale, sportivo, religioso, sociale, esperienze legate alla scoperta dei sapori tipici del territorio, delle bellezze della natura e del paesaggio. Se è vero che il turismo balneare continuerà a rappresentare il core business delle nostre imprese turistiche, e va dunque rafforzato e sostenuto, riuscire ad intercettare nuovi segmenti della domanda turistica è obiettivo strategico per:
• aumentare la redditività delle imprese turistiche oggi fortemente erosa;
• sviluppare un indotto che, per tutto l’anno, porti occasioni di lavoro e di crescita a tutto il territorio;
• creare occasioni di lavoro di qualità, perché non limitate a contratti a tempo determinato e perché un turismo di questo tipo richiede figure professionali altamente qualificate per l’analisi delle tendenze, la progettazione e promozione di pacchetti mirati, l’erogazione di nuovi servizi (penso, naturalmente, ad occasioni di lavoro per i tanti giovani che si sono formati in questo ambito, anche con percorsi di livello universitario).
In questo contesto deve trovare spazio privilegiato il turismo sociale e cioè quel turismo che si rivolge ai disabili, o comunque alle persone in condizione di svantaggio, e alle loro famiglie con una proposta di ospitalità adeguata alle loro esigenze, espressione di una cultura della accoglienza che rifiuta ogni forma di emarginazione del diverso e del più debole. Credo che gli albergatori senigalliesi siano disponibili e pronti ad impegnarsi anche in questa direzione. Ma non basta. Nel nostro territorio c’è certamente spazio per sviluppare progetti di turismo sociale finalizzati non solo alla accoglienza di persone svantaggiate ma alla creazione di occasioni di lavoro per le fasce più deboli della popolazione. In Italia esistono già bellissime esperienze in questo senso, per esempio nel settore del disagio psichico, e credo che Senigallia abbia la cultura, la sensibilità e le capacità per implementare un’offerta di questo tipo. La prossima amministrazione comunale dovrà spendersi in questa direzione stimolando e sorreggendo la capacità di elaborazione progettuale di associazioni di volontariato e privato sociale.
Una riflessione conclusiva: sono ormai molti anni che si parla della necessità di sviluppare un’offerta turistica articolata sui 12 mesi dell’anno ma si è ancora molto lontani dal raggiungimento di questo obiettivo. Fondamentale è a tal fine rafforzare la collaborazione con i comuni delle Valli del Misa e del Nevola e con le associazioni di categoria per sviluppare una progettualità davvero condivisa nella quale ognuno faccia la propria parte e pubblico e privato operino in piena sinergia nell’interesse di tutto il territorio.

giovedì 12 novembre 2009

Lavoro e crisi economica: spazi di azione per la prossima amministrazione comunale

La crisi economica che si è abbattuta su mezzo pianeta è in via di risoluzione o è un problema con cui dovremo fare i conti ancora per molti mesi e forse per anni? Politici e tecnici non lesinano le loro valutazioni e previsioni sull’argomento. Difficile per i cittadini orientarsi e farsi un’idea precisa, sia per la complessità dell’argomento, sia per la diversità delle posizioni espresse che tradiscono spesso un approccio ideologico e strumentale. Di fronte ad un tema che impatta così duramente sulla vita di tante famiglie colpite direttamente dalla coda più velenosa di ogni crisi economica, vale a dire la perdita di posti di lavoro, è sicuramente necessaria una valutazione serena ed obiettiva della situazione in atto e delle sue possibili evoluzioni. E’ sulla base di questa valutazione che debbono essere approntati gli strumenti più idonei per sostenere quegli spiragli di ripresa che sembra di intravvedere e per alleviare la situazione di difficoltà in cui tanti cittadini si sono venuti a trovare. E’ chiaro che si tratta di un problema di portata globale che deve essere affrontato e risolto a livello nazionale e sovranazionale ma anche a livello di amministrazioni locali è possibile e necessario mettere in campo azioni significative.
La scelta della attuale amministrazione cittadina di non tagliare le risorse destinate alle politiche sociali, nonostante la contrazione dei trasferimenti statali e la decisione demagogica e dissennata del governo Berlusconi di abolire l’Ici sulla prima casa, va sicuramente in questa direzione. L’istituzione poi, in sede di bilancio di previsione 2009, di un fondo di solidarietà, per l’importo di € 150.000, da destinare ad interventi a sostegno dei cittadini che, a causa della crisi economica, hanno perso il posto di lavoro, rappresenta un segnale molto positivo ed importante con cui l’amministrazione comunale, in rappresentanza della città tutta, ha voluto far sentire la propria presenza e la propria vicinanza alle famiglie che vivono una drammatica situazione di difficoltà. A questa positiva esperienza sarà necessario dare continuità nel prossimo mandato amministrativo, rafforzandola sul piano delle risorse impegnate e ricalibrandola dal punto di vista progettuale.
La perdita del posto di lavoro è un evento devastante nella vita delle persone: vengono infatti meno non solo le risorse economiche necessarie per condurre una vita dignitosa ma la stessa identità sociale dell’individuo che, nella nostra società, è strettamente collegata al ruolo lavorativo ricoperto. Ma quale è la situazione nel nostro territorio? L’analisi dei dati sull’andamento del mercato del lavoro locale evidenzia come, a partire dall’autunno del 2008, si siano perduti molti posti di lavoro: le sole iscrizioni in lista di mobilità sono passate, nel territorio di competenza del Centro per l’Impiego di Senigallia, dalle 332 del 2007 alle 436 del 2008 e, ad ottobre 2009 si è già arrivati a 671 iscrizioni. A fronte dunque di una crisi che se pure sul fronte finanziario ha superato la fase più critica, sta ancora producendo effetti drammatici sul fronte occupazionale, è indispensabile affermare l’impegno del prossimo governo cittadino ad un monitoraggio attento della situazione, alla mobilitazione di risorse adeguate, alla realizzazione di interventi specifici. Fondamentale sarà, per affrontare un problema così complesso, che Senigallia eserciti con convinzione, fino in fondo e con grande senso di responsabilità il suo ruolo di comune capofila. In ambito economico infatti è indispensabile muoversi a livello sovra comunale, coinvolgendo tutti i comuni delle Valli del Misa e del Nevola. Fondamentale anche coinvolgere sia nell’analisi che nella progettazione degli interventi associazioni sindacali e datoriali ed associazioni di volontariato. Sarà importante affiancare alle tradizionali politiche passive (sostegno al reddito delle fasce più deboli della popolazione) nuove politiche attive con l’obiettivo di favorire il reinserimento nel mondo del lavoro di chi ne è stato espulso e il primo inserimento dei giovani che faticano a farvi ingresso (se non nelle forme di un eterno precariato). Fra queste assumono particolare rilievo le politiche formative vale a dire la predisposizione di corsi di formazione, finalizzati alla qualificazione dei giovani e alla riqualificazione di chi ha perso il proprio posto di lavoro, capaci di migliorare realmente le prospettive occupazionali di chi li frequenta. L’amministrazione comunale non ha competenze dirette in materia; queste appartengono infatti a Regione e Provincia. E’ tuttavia necessario che la prossima amministrazione comunale sia in grado di giocare un ruolo attivo, attraverso un dialogo stringente con gli enti sovraordinati, affinchè le considerevoli risorse destinate dal Fondo Sociale Europeo al finanziamento delle attività formative siano indirizzate alla attivazione di percorsi formativi rispondenti ai fabbisogni del territorio e dunque in grado di garantire a chi li frequenta nuove opportunità di lavoro e, alle imprese, risorse umane in possesso delle competenze strategicamente necessarie a sostenerne l’innovazione.
L’individuazione dei fabbisogni formativi di un territorio è attività estremamente complessa che potrà essere svolta solo con il coinvolgimento fattivo di associazioni sindacali e datoriali.

martedì 10 novembre 2009

Il Piano Cervellati, le sue potenzialità, la responsabilità di governarlo.

Come candidata nelle primarie per la scelta del candidato a Sindaco della coalizione di centro sinistra, sento mio dovere condividere la soddisfazione della maggioranza per aver centrato l’obiettivo della approvazione del Piano Cervellati, di un Piano del Centro Storico che si rivelerà fondamentale per l’identità futura di Senigallia.
Il carattere puramente conservativo del Piano del 1975 e l’essere quel Piano sopravvissuto per oltre 20 anni alla sua scadenza con troppi silenzi sono state condizioni di squilibrio nello sviluppo della Città, ma la scelta di nuovi coraggiosi percorsi, compresa quella della ricostruzione critica prevista dal Piano Cervellati, va riconosciuta come merito per la maggioranza. Essa in questo primo decennio del XXI secolo ha reso il centro storico, gli spazi pubblici, la riqualificazione urbana e delle aree costiere obiettivi centrali del suo operare.
Ciò che può dispiacere sono la dimensione fortemente conflittuale e i periodi di accantonamento e ritardo che ne sono derivati e che in Urbanistica determinano sempre sviluppi edilizi incongrui e contraddittori.
Le esasperazioni polemiche degli ultimi tempi e gli scomposti propositi che vengono da alcune forze politiche di cancellare il Piano Cervellati in caso di loro vittoria, senza indicazioni di strategie, rivelano il limite culturale di un fare opposizione comunque e l’indisponibilità a reali confronti, a valorizzare i tanti momenti partecipativi.
Questi gli impegni che, accanto a quanto ho già detto con riferimento a Palazzo Gherardi e alla funzione integrata dei maggiori palazzi civici, voglio assumere in favore del centro storico:
• rendere operative al massimo le potenzialità del centro storico, sostenendo e accelerando le fasi progettuali per raggiungere gli obiettivi di recupero della funzione residenziale, anche attraverso le opportunità di edilizia sociale, e di permanenza delle funzioni commerciali e amministrative;
• considerare il Piano non come previsione a se stante, ma come leva per il riordino del sistema città che deve trovare equilibri e integrazioni secondo i criteri che abbiamo espresso nei nostri 11 punti qualificanti;
• approfondire quindi le relazioni urbane attraverso un governo del Piano Cervellati che attui e rafforzi in ogni modo là dove è possibile le previsioni di parcheggi, percorsi, accessi e collegamenti interni ed esterni, rivalutando le funzioni proprie delle nostre preziose piazze;
• tutelare gli spazi pubblici, valorizzare rendere fruibile con un preciso studio l’impianto delle mura urbiche;
• Ridare forza alla monumentalità, al decoro urbano, al risanamento dei momenti di degrado, ai punti forza della città storica, a progetti di intervento congrui e qualificati nei materiali e negli stili su piazze, viabilità e penetrazioni, cinta muraria, lungofiume, Portici Ercolani, verde pubblico e privato sono obiettivi che richiedono di dare forza all’Ufficio del Centro Storico in modo che viva e diffonda la cultura del Piano.
La conoscenza di norme, esperienze e procedure in questa materia è ricchezza per tutta la comunità e dovrà essere a servizio di ogni cittadino e dei professionisti in base a codici precisi e univoci, in modo da facilitare gli interventi.
Ma un Piano di questo rilievo, con i suoi ripristini e le sue specificità, consente anche a Senigallia di entrare a pieno titolo nel dibattito e confronto conoscitivo che a livello nazionale e internazionale è in atto e va riprendendo vigore sulla politica generale per i Centri Storici, una buona occasione per approfondire, sperimentare, rafforzare le progettualità.
Non timidezze e lacerazioni interne. Ma il coraggio del fare. Con questo spirito lavorerò per dare forza al Piano Cervellati.

sabato 7 novembre 2009

L’Anagrafe Pubblica degli Eletti e dei Nominati: più trasparenza, partecipazione, democrazia, moralità pubblica

La questione recentemente sollevata, da più parti, circa la necessità di dare immediata applicazione alle previsioni contenute nel regolamento approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 95 del 1994, non può non trovarmi assolutamente concorde.
Vale la pena di ricordare, per chi non avesse avuto modo di seguire la vicenda, che il regolamento, prevede la pubblicazione dei redditi e della situazione patrimoniale degli amministratori pubblici del Comune di Senigallia, entro tre mesi dalla loro proclamazione con obbligo di successivo aggiornamento annuale.
Non conosco le ragioni per cui, previsioni così opportune e per certi versi lungimiranti non siano più state applicate né a partire da quale data ciò sia avvenuto. A tutti i livelli, da quello nazionale a quello comunale, esiste l’esigenza diffusa di maggiore pubblicità e trasparenza in ordine alla situazione reddituale, finanziaria, patrimoniale ed immobiliare di tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche nonché in ordine all’operato degli amministratori pubblici nell’esercizio del loro mandato.
L’applicazione del citato regolamento potrebbe dare una prima risposta a questa legittima esigenza che si fonda su un semplicissimo presupposto: per poter davvero scegliere i cittadini devono poter conoscere. La proposta invece, contenuta negli 11 punti qualificanti con cui ho voluto, unitamente al comitato promotore della mia candidatura, cominciare a presentare e caratterizzare il senso della nostra proposta politica per il governo della città, di istituire a Senigallia l’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, pur andando incontro alla stessa esigenza di trasparenza, ha una portata decisamente più ampia.
Si tratta di una proposta molto concreta e di semplice attuazione, che raccoglie l’importante campagna lanciata in tal senso dal Partito Radicale. Si tratta in buon sostanza di realizzare un portale che renda accessibili in un formato standard aperto, così da poter essere elaborati e incrociati, i seguenti dati relativi a tutti coloro che ricoprono incarichi pubblici (elettivi o per nomina): dati anagrafici e codice fiscale (necessario per una identificazione univoca); incarichi elettivi ricoperti nel tempo; dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari relativi all’anno precedente l’elezione e agli anni in cui è ricoperto l’incarico; dichiarazione da parte dell’eletto dei finanziamenti ricevuti, dei doni, dei benefici, ecc; registro delle spese degli eletti, comprensive di quelle per lo staff, spese telefoniche, ecc.; presenze ai lavori e voti espressi sugli atti adottati dall’istituzione di appartenenza; strumenti regolamentari utilizzati: interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, prese di parola.
L’aspetto legato all’attività svolta dagli amministratori pubblici nell’esercizio del loro mandato mi sembra quello più interessante; permette infatti ai cittadini di controllare l’operato di coloro che hanno eletto verificandone consistenza, incisività e, soprattutto, coerenza con il programma elettorale.
Internet e le nuove tecnologie digitali rendono oggi molto semplice, basta volerlo fare, permettere agli elettori di valutare, sotto molteplici profili, l’operato degli eletti e in conseguenza di ciò fare scelte informate e consapevoli. Trasparenza, partecipazione e democrazia ne trarrebbero grande vantaggio. E insieme ad esse anche la moralizzazione della politica.
Francesca Paci
Candidata alle primarie per la scelta del candidato a Sindaco della coalizione di centro sinistra

giovedì 5 novembre 2009

Parliamo di ACQUA!

L’acqua è un bene primario che appartiene a tutta l’umanità. L’acqua è un diritto di ciascun essere umano, non un bisogno, fra i tanti, che può essere soddisfatto tramite l’offerta del mercato. A garanzia di questo diritto l’acqua deve essere gestita dalle comunità locali attraverso formule di gestione a totale capitale pubblico, con il minor costo possibile per l’utente.
Questo il tema centrale dell’interessante convegno organizzato nei giorni scorsi dal Gruppo Società e Ambiente. Alla base dell’iniziativa la fortissima preoccupazione suscitata da alcuni provvedimenti normativi del governo Berlusconi che hanno sancito, di fatto, la privatizzazione dell’acqua. Si tratta dell’art. 23 bis del Decreto Legge 112 del 5 agosto 2008 (passato sostanzialmente inosservato fatta salva la lettera di veemente denuncia indirizzata da Padre Alex Zanotelli a Beppe Grillo) e, con un ulteriore accelerazione verso la mercificazione dell’acqua, dell’art. 15 del Decreto Legge 135 del 25 settembre 2009 (che potrebbe essere convertito in legge entro il prossimo 24 novembre). La privatizzazione dell’acqua, sostanzialmente, si fonda sull’aver qualificato il servizio idrico come servizio pubblico a rilevanza economica. Da questo assunto viene fatto discendere l’obbligo di adeguarsi alle stringenti normative europee (tese a contrastare situazioni di monopolio e a garantire la libera concorrenza) che impongono, in materia di affidamento di servizi pubblici a rilevanza economica, l’adozione di procedure competitive ad evidenza pubblica (cioè gare). Divengono in tal modo impossibili i cosiddetti affidamenti in house e cioè l’affidamento diretto della gestione del servizio idrico a società (quale che sia la formula utilizzata) interamente pubbliche e allo scopo costituite. Tanto per dare un’idea di quali possano essere le conseguenze della privatizzazione e mercificazione dell’acqua basta citare il caso di Aprilia (Latina) dove Acqualatina (il 46,5% delle azioni appartengono a Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua) ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300% (e chi non può pagare si vede chiudere i rubinetti dell’acqua). Nel nostro territorio la titolarità del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura, depurazione) è affidata dall’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 2 che per la gestione si avvale della Multiservizi spa e cioè di una società per azioni a capitale interamente pubblico i cui azionisti sono i 46 comuni dell’Ambito stesso. Questa modalità di gestione ha garantito in questi anni buoni risultati in termini di qualità del servizio, efficacia e efficienza della gestione, anche se, come in ogni ambito si può fare sempre meglio e di più. E’ dunque necessario difendere la gestione pubblica del sistema idrico dal tentativo di consegnare al mercato un diritto umano universale. Bisogna avere il coraggio, come lo si è avuto con successo presso la Commissione europea (che aveva eccepito in merito all’affidamento in house del servizio alla Multiservizi) di dire che “ripubblicizzare si può. Su questo tema è in atto una importante campagna di sensibilizzazione e mobilitazione su tutto il territorio nazionale. Anche a Senigallia è necessario che l’amministrazione comunale assuma una posizione chiara impegnandosi a difendere la gestione pubblica dell’acqua. Rinviando chi volesse approfondire la questione sotto il profilo giuridico al contributo, tra gli altri, del Prof. Alberto Lucarelli, Ordinario di Diritto Pubblico all’ Università Federico II di Napoli (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article6553), segnalo che la questione dirimente, ai fini della non applicabilità della normativa richiamata, è la qualificazione del servizio idrico come servizio pubblico di interesse generale privo di rilevanza economica. E’ necessario pertanto che il Consiglio Comunale, prendendo posizione contro la mercificazione dell’acqua, inserisca nello Statuto Comunale il riconoscimento che “l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale” e che “il servizio idrico è un servizio privo di rilevanza economica da gestire in forma pubblica e con la partecipazione delle comunità locali”. Si tratta non solo di un’alta affermazione di principio ma della costituzione delle premesse giuridiche per difendere, e migliorare, l’attuale gestione pubblica dal blitz messo in atto dal governo Berlusconi.

Francesca Paci
Candidata nelle Primarie per la scelta del candidato a Sindaco della coalizione di centro sinistra

martedì 20 ottobre 2009

I miei 11 punti qualificanti

In molti mi chiedono come intendo sviluppare il programma che è stato sottoscritto dalla coalizione, quali sono i punti che ritengo principali e che in qualche modo mi "qualificano". Li ho sintetizzati brevemente in 11 punti.
Ovviamente sono apprezzate le osservazioni e i contributi di tutti!

1. URBANISTICA
COSA FARE privilegiare il recupero del patrimonio edilizio esistente attraverso interventi di ristrutturazione e riqualificazione urbana a consumo zero del territorio
PERCHE’ le risorse naturali del territorio sono bene prezioso di tutta la comunità e devono pertanto essere curate e preservate e non consumate in modo rilevante ed irriversibile
COME adottando un nuovo strumento di pianificazione generale, in sostituzione del Piano Regolatore vigente, uno strumento ormai inadeguato ad un efficace governo del territorio. Verrà adottata la forma innovativa del Piano Strutturale Comunale

2. CASA
COSA FARE intraprendere con decisione una politica abitativa tesa alla immissione sul mercato di un consistente numero di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica
PERCHE’ la casa è un bisogno primario ma sono sempre più numerose le fasce di popolazione (giovani coppie, anziani, single, lavoratori migranti) che non riescono ad accedere al mercato della casa a causa di prezzi spropositati sia per gli acquisti che per le locazioni
COME verrà adottato un Programma residenziale comunale che, a partire dalla analisi delle reali esigenze abitative (censimento di tutte le abitazioni sfitte o sottoutilizzate) programmi interventi di recupero e pieno utilizzo del patrimonio immobiliare esistente – verranno conclusi gli interventi già in corso per la realizzazione di edilizia sociale e ne verranno programmati di nuovi, sempre privilegiando la forma del recupero, in sinergia con l’ERAP (ex IACP)

3. MOBILITA’
COSA FARE completare e mettere in sicurezza la rete delle piste ciclabili che dovrà estendersi a tutto il territorio – estendere le aree pedonali e a traffico limitato nel centro storico, sui lungomari, e nei quartieri residenziali nella logica dell’”arcipelago pedonale” – potenziare il sistema della sosta (parcheggi a corona del centro storico) – promuovere l’uso del mezzo pubblico e introdurre pratiche innovative quali il car-pooling e il servizio a chiamata
PERCHE’ la mobilità è oggi sempre più elemento fondamentale di misura della qualità della vita nelle città – la Senigallia che vogliamo è una città capace di coniugare in modo armonico le esigenze di mobilità di tutte le categorie di cittadini
COME il Piano Generale del Traffico Urbano, recentemente approvato, individua, a partire da una analisi conoscitiva approfondita, soluzioni e strategie che devono ora essere attuate con decisione

4. ENERGIA
COSA FARE a partire dagli edifici pubblici comunali andranno promossi risparmio energetico, efficienza energetica e utilizzo di energie rinnovabili nella prospettiva del raggiungimento del pareggio elettrico attraverso lo strumento della generazione distribuita
PERCHE’ non possiamo rinunciare all’energia che ci serve in tutte le nostre attività, da quelle domestiche a quelle produttive, ma non dobbiamo sprecarla, dobbiamo scegliere fonti di energia non inquinanti e rinnovabili, dobbiamo conciliare il bisogno di energia con l’esigenza di tutelare l’ambiente e la salute pubblica
COME deve essere data piena attuazione al nuovissimo Piano Energetico Ambientale Comunale (PEAC) che sulla base di un complesso lavoro di analisi indica le strategie, gli interventi, le campagne informative da mettere in atto

5. GIOVANI
COSA FARE attivare il protagonismo giovanile che deve trovare sempre di più spazio (i luoghi, le sedi) e tempo (le occasioni, le opportunità) nella città
PERCHE’ i giovani devono poter realizzare i propri progetti, esprimere la propria creatività, dare forma ai propri sogni, “stare insieme” per “fare insieme”: solo così si previene e contrasta il fenomeno del disagio giovanile
COME potenziando la rete dei CAG (Centri di Aggregazione Giovanile) che dovrà almeno raddoppiata – collaborando sempre di più con le associazioni dei giovani che lavorano per i giovani

6. SERVIZI SOCIALI
COSA FARE occorre mantenere invariate le risorse da destinare alle politiche sociali, anche a fronte di entrate comunali sempre più ristrette, per conservare il buon livello di protezione sociale raggiunto in questi anni, consolidarlo e, dove necessario, renderlo più efficiente
PERCHE’ vogliamo una città giusta, accogliente e solidale che sa prendersi cura dei suoi cittadini più fragili (anziani, bambini, disabili, immigrati), una città consapevole che una buona rete di protezione sociale è una ricchezza per tutti e che la crisi economica in atto impone la ricerca di soluzioni, anche innovative, per sostenere le famiglie in momentanea difficoltà
COME una maggiore efficienza ed economicità nella gestione dei servizi sociali può essere raggiunta solo attraverso la gestione associata a livello di Ambito Territoriale. Andrà individuata la forma associativa, tra le molte possibili, più adatta a favorire una piena integrazione socio-sanitaria, livelli di prestazioni omogenei su tutto il territorio, la riserva dei poteri di indirizzo politico e di verifica all’amministrazione comunale. Il coinvolgimento delle forze sociali, sindacali e del terzo settore nella definizione di tutte le scelte che riguardano il sociale sarà metodo adottato senza deroghe

7. ANZIANI
COSA FARE potenziare l’offerta dei servizi con particolare riguardo a quelli domiciliari e a quelli, residenziali e semi-residenziali, rivolti ai malati di Alzheimer, vera emergenza del nostro tempo - facilitare l’accesso degli anziani non più autosufficienti e delle loro famiglie alla rete dei servizi sociali, sanitari e socio-sanitari a loro destinati
PERCHE’ le famiglie che devono improvvisamente affrontare il difficile compito di prendersi cura di un anziano non autosufficiente vivono oggi momenti di grande disorientamento e hanno bisogno di essere sorrette ed aiutate nella scelta dei servizi da attivare con l’obiettivo di favorire, fino a quando è possibile, la permanenza dell’anziano nella sua casa
COME è necessario istituire un punto unico di accesso alla rete dei servizi per gli anziani (ma anche per altre categorie di soggetti fragili) che garantisca una prima lettura dei bisogni, una effettiva presa in carico unitaria della persona, il supporto ad una scelta informata e consapevole e la formulazione di un piano di intervento appropriato. Andranno individuati strumenti e risorse per ampliare l’offerta di servizi rivolti ai malati di Alzheimer (Centri Diurni con funzione di sollievo alle famiglie e Nuclei Alzheimer nelle Residenze Protette)

8. CULTURA
COSA FARE proponiamo la creazione di un museo diffuso di nuova concezione che metta in rete i diversi spazi museali presenti in città per dare vita ad un percorso conoscitivo multidisciplinare sui diversi aspetti della vita e della storia cittadine (storia, urbanistica, arte, fotografia, ecc.) – in questo ambito deve trovare spazio anche il Museo Giacomelli, non solo esposizione ma laboratorio di ricerca sulla fotografia collegato alla rete universitaria italiana – accanto ai “grandi eventi” capaci di promuovere l’immagine di Senigallia vanno sostenuti e valorizzati i tanti progetti ed esperienze culturali presenti in città con particolare attenzione alle esperienze di intercultura
PERCHE’ l’identità di una comunità è tanto più forte quanto più sa riconoscre e valorizzare i segni e le testimonianze del suo passato e le esperienze vive del presente
COME attraverso la creazione di un Museo della Città e del Territorio che sia non solo un contenitore di testimonianze ma anche e soprattutto un luogo di promozione e formazione della conoscenza

9. ECONOMIA
COSA FARE è necessario, anche a livello locale, cominciare a introdurre un diverso modello di economia rispettosa dei bisogni delle persone, dell’ambiente e del sociale
PERCHE’ la crisi economica ha rivelato l’insostenibilità di un sistema che per stare in equilibrio ha bisogno di accrescere all’infinito i consumi facendo prevalere le speculazioni sulle regole, la finanza sull’economia reale, i mercati sulla politica -
COME costituendo a Senigallia un Distretto di Economia Solidale di cui faranno parte le imprese impegnate in progetti ecologicamente e socialmente sostenibili - lo sviluppo del territorio verrà legato ad una identità e ad un marchio che ne renda visibile la sostenibilità ambientale e la solidarietà sociale – l’amministrazione comunale si farà esempio di cambiamento nei confronti dei cittadini adottando per prima stili di consumo più sostenibili (prododotti biologici ed equosolidali, carta riciclata, software liberi, risparmio energetico, energie rinnovabili, ecc.)

10. TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE
COSA FARE istituire l’Anagrafe Pubblica degli Eletti e dei Nominati
PERCHE’ per scegliere è necessario conoscere: i cittadini devono poter conoscere l’operato di tutti i politici che hanno eletto e di tutti gli amministratori pubblici (presenze, votazioni, iniziative, altri incarichi ricoperti) come pure la loro situazione patrimoniale, immobiliare e finanziaria
COME istituendo un portale che garantisca ad ogni cittadino l’accesso, ad una vasta documentazione che permetta di conoscere l’operato e la situazione patrimoniale di ogni singolo eletto, nonché di coloro che esercitano un’attività pubblica

11. TURISMO
COSA FARE affiancare al turismo balneare un nuovo turismo di tipo “esperienziale” che guardi a nuovi segmenti specialistici quali il turismo sportivo e giovanile, la convegnistica, il turismo enogastronomico e, soprattutto, il turismo sociale
PERCHE’ solo differenziando ed articolando maggiormente l’offerta è possibile intercettare nuovi flussi e puntare ad aumentare la durata della stagione turistica
COME sviluppando progetti innovativi in collaborazione con le categorie economiche e con i comuni delle Valli del Misa e Nevola