sabato 17 ottobre 2009

Chi sono...

In questi giorni molti degli amici che hanno deciso di sostenere la mia candidatura alle primarie della coalizione di centrosinistra mi sollecitano a trovare un modo per presentarmi a quei cittadini senigalliesi che ancora non mi conoscono. Quello che mi dicono suona più o meno così: “Francesca bisogna che ti dai da fare per farti conoscere! Chi ha avuto modo di conoscerti ti stima ma molti non sanno neppure chi sei!”. Comprendo bene il senso di questa richiesta: in questi anni mi sono impegnata soprattutto come Presidente della Casa Protetta di Senigallia e nel mio lavoro (che amo moltissimo) al Centro per l’Impiego. In entrambi questi contesti ho avuto modo di conoscere tantissime persone dalle quali spero di essermi fatta apprezzare ma non ho mai ricercato nessun tipo di visibilità personale preoccupandomi solo di fare e di fare bene. E neppure ho mai ricoperto incarichi politici o istituzionali tali da garantirmi una vasta notorietà a livello cittadino.

La decisione di candidarmi alle primarie di coalizione mi impone quindi di superare la mia naturale riservatezza e l’innata tendenza a presentarmi attraverso le cose che faccio piuttosto che a parole, per provare a spiegare chi sono. A tal fine questo blog rappresenta, mi sembra, uno strumento interessante per una presentazione non formale e dunque più vera.

Chi è dunque Francesca Paci?

Credo di essere una persona non diversa da tante altre persone che a Senigallia vivono, lavorano, si dedicano alla propria famiglia e ai propri amici, coltivano i propri impegni ed interessi. Tra questi impegni ed interessi, nel mio caso, ad un certo punto della mia vita, si è affacciato e ha preso sempre più spazio l’impegno politico e cioè, molto semplicemente, la voglia di prendere parte ad un progetto, condiviso con molte altre persone, per fare di Senigallia una città ancora più bella, accogliente, vivibile, solidale, vivace, ricca di opportunità per i suoi cittadini. La voglia di uscire dalla dimensione privata, fatta di piccoli e grandi problemi quotidiani, di gioie domestiche, di soddisfazioni lavorative, per chiedermi se e come avrei potuto essere utile alla mia città. La voglia di analizzare, insieme ad altre persone, i problemi e le criticità della Senigallia di oggi per cercare le migliori soluzioni possibili per la Senigallia di domani.

Ma forse è bene, in una presentazione, non saltare alle conclusioni ma andare con ordine e provare a raccontare la storia della persona.

Sono nata a Senigallia nel 1958. Primogenita di quattro figli (i genitori entrambi insegnanti e molto impegnati in ambito politico, culturale e civile) ho il bellissimo ricordo di una giovinezza vissuta in una casa sempre aperta ed animata, luogo di incontro e di crescita politica e culturale per i tantissimi amici miei, dei miei fratelli e dei miei genitori, una casa che è stata per anni (gli anni ’70 e ’80 soprattutto) una sorta di laboratorio di idee sui temi della difesa dell’ambiente dalla dilagante speculazione edilizia, della tutela del paesaggio agrario, dei diritti civili e dell’emancipazione della donna. E’ stato dunque sin dalla prima adolescenza che ho cominciato a respirare la politica anche se, per molto tempo, non ho sentito alcun bisogno o interesse ad aderire ad alcun partito. Negli anni della giovinezza, a parte l’impegno molto intenso ed appassionato nello studio, ho preferito dedicarmi ad attività di volontariato, prima nella Croce Rossa Italiana e poi come capo scout nell’AGESCI. Terminati gli studi (ho conseguito il diploma di maturità classica al Liceo Perticari ed ho poi proseguito gli studi classici presso l’Università di Macerata) ho dato vita, insieme ad altre due giovani donne, ad una attività di artigianato artistico che, per alcuni anni, fino al 1985, mi ha dato grandissime soddisfazioni consentendomi di esprimere la mia grande passione, un po’ sacrificata dai precedenti studi, per le attività di tipo creativo. La decorazione ceramica e la lavorazione della cartapesta sono state in quegli anni l’occasione per una ricerca creativa molto stimolante e per dar vita ad una piccola impresa tutta al femminile. Nel 1985 la nascita di mio figlio Giovanni mi costringeva a fare i conti con la difficoltà di conciliare l’impegno lavorativo come artigiana (gli orari di lavoro erano spesso massacranti) con il ruolo di madre, per me, in quel momento, assolutamente prioritario. Di qui la decisione, condivisa con il mio compagno (ed in seguito marito), di ricercare una diversa collocazione lavorativa che mi consentisse una migliore armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro. Ho così ricominciato a studiare per prepararmi ai concorsi pubblici, scoprendo di avere un grande interesse per le discipline giuridiche, ed in particolare per il diritto del lavoro. Vinto un concorso al Ministero del Lavoro, iniziavo nel 1990 la mia attività presso l’allora ufficio di collocamento di Senigallia. E’ stato un lavoro che mi ha immediatamente appassionato per l’opportunità che offriva di essere a contatto con le persone e con i loro problemi lavorativi (e non solo). Il desiderio di fornire risposte ai tanti bisogni che mi venivano rappresentati mi ha portato, sin dai primi anni di attività e pur nelle difficoltà in cui allora si dibattevano i vecchi uffici di collocamento, ad improntare un intenso lavoro di autoformazione soprattutto in materia di legislazione sociale e del lavoro. Il conferimento alle Province delle deleghe in materia di lavoro e formazione e la riforma del collocamento (che ha trasformato gli obsoleti uffici di collocamento in Centri per l’Impiego, l’Orientamento e la Formazione) è stata per me, come per i tanti colleghi che vivono con dedizione il loro ruolo di dipendenti pubblici, una grande opportunità e una grande sfida. A partire dalla fine degli anni ’90 sono stata parte attiva nell’enorme lavoro di progettazione di tutti i nuovi servizi: la consulenza orientativa, i servizi di formazione, l’incrocio domanda e offerta di lavoro, i servizi per l’inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate, la consulenza alle imprese, ecc. Nel corso di questa attività credo di avere sviluppato competenze significative nella conoscenza del mercato del lavoro locale, nelle politiche attive del lavoro e, più in generale, nelle politiche sociali (inserimento lavorativo dei disabili, integrazione lavorativa dei lavoratori migranti, pari opportunità, ecc.).

Mi rendo conto di essermi fatta prendere la mano e di avere parlato molto, forse troppo, del mio lavoro. Mi succede spesso. Il fatto è che ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace moltissimo, che mi appassiona, che mi fa sentire utile. Credo che questo sia importante per chiunque voglia fare politica: avere un lavoro “vero”, cui in ogni momento si possa ritornare senza problemi e senza rimpianti.

E adesso, la mia esperienza politica. Non è un esperienza molto lunga ma credo che sia comunque significativa. Dicevo più sopra che, benché da sempre interessata alla politica, a lungo non ho sentito il bisogno di affiliarmi ad alcun partito. Le cose sono cambiate nel 1998, quando Simone Ceresoni nel candidarsi alla carica di Sindaco, chiamò a raccolta intorno a sé un bellissimo gruppo di persone. Ci avvicinammo anche io e mio marito che, già politicamente vicini ai Verdi, avevamo conosciuto Simone, quando era ancora un bambino, negli scouts di S. Martino. Da quel momento in poi ho preso parte alle attività del partito facendo anche parte dell’esecutivo cittadino. Con i Verdi senigalliesi ho vissuto il gusto per lo studio e l’approfondimento delle diverse questioni (soprattutto quelle ambientali ed urbanistiche), il piacere di condividere idee e progetti con un gruppo di persone che stimavo e la responsabilità di tutte le scelte politiche. Di questa la più difficile ed importante è stata quella che ci ha portati nel 2003, a metà del primo mandato Angeloni, ad abbandonare il nostro storico ruolo di partito di opposizione per entrare convintamene nella compagine di governo. Ho vissuto questi anni di impegno politico con il piacere di esserci, di dare una mano alla costruzione di un progetto in cui credevo, ma sempre come “pezzo”, anzi “pezzetto”, di un gruppo di lavoro, senza aspirare mai ad alcun ruolo maggiormente riconoscibile. Il mio primo impegno era sempre il lavoro, la politica un modo di contribuire con passione alla vita della mia città. La presidenza della Casa Protetta per Anziani mi si è proposta in un momento terribile della mia vita, del quale non mi sento di dire nulla se non che mi ha profondamente cambiata. Anzi no, io sono sempre la stessa, ma sicuramente lo sforzo per dare un senso a tutta la sofferenza vissuta, mi ha portato a mutare radicalmente il mio sguardo sulla vita. Nel dicembre 2004, dopo due anni di malattia, moriva mio marito, il compagno della mia vita. Pochi mesi dopo, nella primavera del 2005, rispondevo positivamente alla proposta di assumere l’incarico di Presidente della Casa Protetta. Sono stati quattro anni e più di assiduo lavoro in un ente che, se pure non grande, ha tutte le caratteristiche di complessità degli enti maggiori: la amministrazione di un ingente patrimonio, la gestione del personale, i bilanci, le gare, i concorsi… Sono stati soprattutto anni dedicati allo sforzo di migliorare la qualità di vita degli anziani ospiti della nostra struttura. Non è stato affatto semplice ma chi oggi viene a visitare la Casa Protetta la trova sicuramente trasformata. Ci saranno altre occasioni per spiegare, a chi fosse interessato, le iniziative intraprese, i progetti realizzati, le scelte effettuate. Qui mi interessa solo dire che quello che di buono è stato fatto si è inserito nel percorso avviato da chi mi aveva preceduto ed è stato possibile solo grazie ad un bel lavoro di squadra che ha visto collaborare insieme amministratori, personale e familiari degli ospiti.

Con questo siamo arrivati all’oggi e credo di potermi fermare: delle scelte e degli impegni del presente parla la lettera di intenti con cui ho avanzato la mia candidatura alle primarie.

Nessun commento:

Posta un commento